Val Rosandra

La Val Rosandra è nota dai tempi antichi per la sua straordinaria bellezza naturale. Nel suo territorio sono stati istituiti un Parco e una Riserva Naturale e la Comunità Europea ha considerato degni di protezione i suoi habitat con grotte, ghiaioni, lande e pareti rocciose calcaree, nonché la sua importanza per la nidificazione di diverse specie avifaunistiche, la presenza di specie floristiche rare e lo sviluppo dell’unico corso d’acqua epigeo del Carso italiano.

cascata Torrente Rosandra

La Riserva è stata istituita nel 1996 e si estende su un’area di circa 746 ettari e si trova nella parte sudorientale della Provincia di Trieste, sul confine con il Comune di Hrpelje – Kozina in Slovenia, dove nasce il torrente Rosandra – Glinščica. I sentieri che si snodano attraverso la vegetazione illirica, mediterranea e alpina portano a scoprire numerose grotte di interesse storico, naturalistico e speleologico; vari punti di osservazione offrono panorami eccezionali sul golfo di Trieste e sulle Alpi. Le vasche e le cascatelle del Torrente Rosandra preludono alla spettacolare cascata di 36 metri che talvolta, in inverno, si presenta completamente ghiacciata.

Partenza:

Ore 7:00 dal parcheggio Hotel Crowne Plaza di Limena (PD)

Ritrovo:

Ore 9:00 a Bagnoli della Rosandra (TS) presso Centro visite della Val Rosandra – Dolina Glinščice

Località S. Dorligo della Valle, 507, 34018 San Dorligo della Valle TS

https://maps.app.goo.gl/VW6MGSaiQ1JSD8mZ9

Dettagli escursione:

  • Lunghezza: 8 Km
  • Durata: 5 ore (soste escluse)
  • Difficoltà: Medio
  • Dislivello: 600 m

Prezzo:

Adulti euro 20,00 – minori euro 10,00

Equipaggiamento consigliato per l’escursione:

  • scarpe da trekking
  • abbigliamento comodo a strati
  • zaino, felpa, giacca antipioggia/antivento
  • acqua e snack secondo proprie necessità

Regolamento escursione: prima di partire leggi il nostro REGOLAMENTO ESCURSIONI

Il prezzo comprende:

  • Accompagnamento ad opera di una Guida Escursionistica Ambientale AI SENSI DELLA LEGGE n° 4/2013 e regolarmente iscritta ad AIGAE ( Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche )

Info e prenotazioni:

L’escursione è organizzata in collaborazione con Rubius Viaggi di Sarmeola (PD) –  www.rubiusviaggi.it

Contatta la guida di riferimento Andrea a andrea.desanti@escursionitrekking.it o 334-1311250 oppure chiama Rubius Viaggi, via Provvidenza 108, Sarmeola di Rubano, riferimento Michela o Loredana, 049-0970529 / 049-0962648

L’acquedotto romano

acquedotto romano
acquedotto romano

L’acquedotto romano, risalente al I° secolo d.C., testimonia lo straordinario ingegno idraulico della florida civiltà romana che nell’antica Tergeste e intorno ai sui suoi territori ha lasciato reperti di grandissimo interesse archeologico.

La sua base era costituita da un conglomerato di pietre e malta sovrastato da due muri laterali di piccole pietre squadrate per una larghezza di circa 55 cm. che però variava a seconda dei tratti e della pendenza la cui media si attestava al 2%.

L’acqua veniva prelevata da una sorgente situata nel corso medio del torrente Rosandra, alla base del Crinale sotto il monte Carso, e dopo aver costeggiato monte San Michele riceveva un secondo ramo proveniente da San Dorligo e un terzo da quello dell’ Antro di Bagnoli.

Da qui iniziava la condotta sotterranea che attraverso i 16 – 17 chilometri di lunghezza veniva convogliata in un fontanone pubblico nella zona di piazza Cavana fornendo l’approvvigionamento dell’acqua a tutta la colonia tergestina.

Si presume che l’acquedotto romano funzionò fino al V o VI secolo quando, per la contrazione demografica, per il progressivo impoverimento della città e l’isolamento di tutto il territorio carsico, sarà abbandonato a sé stesso per lungo tempo.

Considerando che dalla fonte di Val Rosandra al fontanone di Cavana il dislivello è di soli 90 metri, l’acquedotto romano del nostro territorio fu un opera davvero straordinaria sia per l’accuratezza delle misurazioni che per la sua sopravvivenza a ben due millenni di storia.

La chiesa di Santa Maria di Siaris

chiesa di Santa Maria di Siaris

Alle pendici del Monte Carso, su un versante della Val Rosandra, sottostante al Cippo Comici, sorge un’antica chiesetta: Santa Maria di Siaris.

Fu edificata nel XIII sec., probabilmente sulle rovine di un’antica torre, e secondo la leggenda fu costruita per volere di Carlo Magno, sepolto in una grotta nei dintorni.

Originariamente doveva comprendere anche un piccolo monastero (i “monaci di Siaris“, detti anche – comprensibilmente – “monaci sulle rocce“, compaiono più volte in documenti dei secoli successivi).

Nel corso del tempo la chiesetta fu sicuramente più volte restaurata o anche completamente riedificata; il restauro più importante probabilmente è quello del 1647 (l’anno è riportato sull’architrave). Ma successivamente, fino alla fine dell’ 800, finì in abbandono, e la struttura attuale è principalmente frutto di vari lavori compiuti nel corso del XX secolo (ad esempio, nell’immagine più antica disponibile, risalente al 1698, la chiesa sembra esser dotata di un campanile, oggi scomparso)

Nel 1300 era prevista come meta di pellegrinaggio per i bestemmiatori, che dovevano compiere per penitenza il cammino di 12 chilometri a piedi nudi (chiunque percorra oggi gli impervi sentieri per raggiungerla si renderà conto di quanto questa penitenza fosse pesante…)

Sul nome “Siaris” non esistono etimologie convincenti per il toponimo “Siaris“: secondo Cuscito deriva dalla voce ladina “serra” (sbarramento, monte, crinale), ma si tratta appunto di un’ipotesi poco convincente.

Interessante il fatto che il nome “Siaris” sia rimasto pressoché immutato nel corso dei secoli: nel 1330 viene citato più volte nella forma “Seris“, che nel corso del ‘400 muta in “Siaris“, forma definitiva conservata fino ad oggi.

Ferrovia Trieste – Erpelle

La ferrovia Trieste – Erpelle, detta anche ferrovia della Val Rosandra, era una linea ferroviaria a scartamento ordinario che collegava le stazioni di Trieste Campo Marzio ed Erpelle Cosina sulla ferrovia Istriana.

Aperta nel 1887 dalle imperial-regie Ferrovie Statali austriache (kkStB), passò nel 1918 sotto la gestione delle Ferrovie dello Stato italiane.

Divisa dal 1947 dal confine italo-jugoslavo nel tratto terminale dopo la stazione di Sant’Elia, subì una notevole contrazione del traffico che la portò alla chiusura alla fine del 1958 e alla soppressione definitiva nel 1961.

Smantellata nel 1966, rimase abbandonata fino all’inizio del terzo millennio, quando vennero intrapresi i lavori di trasformazione nel percorso ciclopedonale dedicato al ciclista triestino Giordano Cottur, inaugurato nel 2010.

Le ragioni che spinsero il governo asburgico a realizzare un secondo collegamento ferroviario e una nuova stazione a Trieste, sotto la gestione diretta dello Stato, furono sostanzialmente tre:

  • l’esigenza di realizzare l’ampliamento del porto, rivelatosi inadeguato per l’incremento dei traffici marittimi e non più espandibile per mancanza di spazio, in una diversa parte della città, distante dall’esistente stazione della Ferrovia Meridionale;
  • la necessità di affrancarsi dalle pesanti tariffe applicate dalla società privata Südbahn Gesellschaft (o Meridionale), gestore della ferrovia Vienna-Graz-Lubiana-Trieste, che costituivano una notevole penalizzazione per il porto di Trieste rispetto ad altre realtà portuali dell’impero;
  • esigenze di carattere militare, dato che in caso di conflitto la Ferrovia Meridionale era esposta a un possibile cannoneggiamento navale da parte italiana nel tratto fra Trieste e Aurisina.

Il nuovo collegamento ferroviario tra Trieste e il centro dell’impero austro-ungarico avrebbe dovuto, secondo le prime intenzioni, essere interamente sotto gestione statale e quindi esente dagli onerosissimi pedaggi imposti dalla Meridionale per il trasporto delle merci sulla propria infrastruttura. Tra le varie proposte prese in considerazione venne scelto un tracciato che staccandosi dalla Ferrovia Rodolfiana (Linz-Klagenfurt-Villaco-Tarvisio-Lubiana) nei pressi di Laak (Škofja Loka), avrebbe raggiunto, con un impegnativo percorso di 88 chilometri, Divaccia sulla Meridionale; da qui bastava percorrere 12 chilometri della Ferrovia Istriana (di competenza statale come la Rodolfiana) per raggiungere Erpelle, da cui si sarebbe potuti scendere a Trieste attraverso la Val Rosandra. Il progetto comprendeva inoltre la realizzazione a carico dello Stato di un raccordo provvisorio tra la nuova stazione di Trieste Sant’Andrea e il Porto Franco adiacente agli impianti della Meridionale, che avrebbe preso il nome di Rivabahn, o Ferrovia delle Rive.

Tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Trieste-Erpelle

altri riferimenti:

http://www.ferrovieabbandonate.it/linea_dismessa.php?id=63

http://www.riservavalrosandra-glinscica.it/it/vivere-la-riserva/itinerari/sentiero-ciclopedonale-

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Dettagli Escursione

Partenza

22-10-2023

09:00

Durata

5 ore

Distanza

8 Km

Dislivello

600 m

Difficoltà

medio

Prezzo

20 euro

Guida

Info & Prenotazioni

Gradi di Difficoltà

Per ogni escursione riportiamo la nostra valutazione del “grado di difficoltà”, suddivisa tra quattro.

Nell’assegnare il codice di difficoltà consideriamo i seguenti fattori:
• lunghezza del percorso
• dislivello in salita
• ore di cammino (soste escluse)
• tipo di terreno su cui si svolge il percorso

TURISTICO

Non è necessaria alcuna esperienza; adatto a chiunque sia in buone condizioni fisiche, pur non avendo mai
praticato l’escursionismo. Sono le attività più tranquille e confortevoli.
LUNGHEZZA e DURATA: fino a 3 ore di durata. Lunghezze modeste, in media da 3 a 5 km.
DISLIVELLO e PENDENZA: dislivello minimo (fino a 200/300m) e pendenze moderate o nulle.
CONDIZIONI DEL TERRENO: buone, su strade sterrate o sentieri ben tenuti ed evidenti.

FACILE

Attività senza difficoltà particolari, che non richiedono esperienza specifica ma soltanto un minimo di impegno e
una buona forma fisica.
LUNGHEZZA e DURATA: fino a 4/5 ore di durata. Lunghezze moderate, in media da 5 a 8 km.
DISLIVELLO e PENDENZA: dislivello fino a 400m.
CONDIZIONI DEL TERRENO: su buoni tracciati, potrebbero esserci tratti su terreno più sconnesso.

MEDIO

Percorsi che richiedono un minimo di esperienza e di allenamento.
LUNGHEZZA e DURATA: fino a 5/6 ore. Lunghezze in media da 8 a 12 km.
DISLIVELLO e PENDENZA: dislivelli fino a 700m, possibilità di pendenze più marcate.
CONDIZIONI DEL TERRENO: possibilità di tratti non sempre agevoli, con fondo sconnesso o roccioso, o con piccoli
ostacoli, guadi e ponti. Alcuni tratti possono essere fuori sentiero tracciato.

DIFFICILE

Necessaria una certa esperienza e un buon grado di allenamento, ma anche la giusta voglia di mettersi in gioco…
in cambio di grandi soddisfazioni!
LUNGHEZZA e DURATA: fino a 6/8 ore. Lunghezze in media da 12 a 16 km.
DISLIVELLO e PENDENZA: fino a 1200m con possibilità di pendenze marcate.
CONDIZIONI DEL TERRENO: possibilità di sentieri poco evidenti e con fondo molto variabile, accidentato e con
ostacoli di vario genere, possibili tratti esposti anche non protetti

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